Il blitz dei Nas in sette Regioni ha portato agli arresti di 19 persone smascherando un sistema corruttivo al cui vertice c’era il prof. Guido Fanelli, accusato di favorire i colossi del mercato farmaceutico, attraverso sperimentazioni e convegni: in cambio avrebbe ricevuto denaro, beni immobili, automobili e addirittura uno yacht.
Capire chi sia il prof. Fanelli può aiutare a comprendere meglio il volto istituzionale e rispettabilissimo di un meccanismo assai rodato. Ordinario di Anestesiologia e rianimazione della facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università di Parma e direttore della scuola di specializzazione in Anestesia e rianimazione, Fanelli – relatore del Piano oncologico nazionale del 2008 – risulta titolare di una pluralità di incarichi a livello nazionale e regionale: proprio questa sua posizione sarebbe stata sfruttata per favorire alcune case farmaceutiche. Le indagini hanno portato alla luce sperimentazioni cliniche illegittime su ignari pazienti (con oneri a carico del Sistema sanitario nazionale).
Non solo: nel mirino sono finite anche ricerche e raccolte di dati per favorire le industrie, realizzate con la complicità di un dirigente del Ministero della Salute e l’organizzazione di eventi ECM pilotati.

“La complessa indagine, denominata Pasimasi (dal nome dello yacht, ndr) e coordinata dalla Procura della Repubblica e condotta dal N.A.S. Carabinieri di Parma – si legge nella nota dei Nas – attualmente vede indagate 75 persone e ha consentito di individuare in un importante dirigente sanitario pubblico”. Il dirigente, è appunto Fanelli, direttore della struttura complessa di anestesia, rianimazione e terapia antalgica dell’azienda ospedaliera universitaria di Parma. Oltre a essere l’estensore tecnico della legge sulla Terapia del Dolore del 15 marzo 2010, n. 38, Fanelli viene descritto dai Nas come il “titolare di una pluralità di incarichi a livello nazionale e regionale, con potestà decisionale in materia di ricerca scientifica/terapeutica, raccolta dati e sperimentazioni cliniche e educazione continua medica (Ecm), il perno di un articolato ‘sistema’ corruttivo realizzato per incamerare somme di denaro e beni di ingente valore, attraverso l’asservimento delle relative funzioni pubbliche agli interessi commerciali di alcune case farmaceutiche interessate a creare una propria ‘zona’ di influenza su pubblici ufficiali per la promozione e la diffusione illecita dei relativi prodotti farmaceutici”.
I reati contestati agli indagati a vario titolo sono “associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e al riciclaggio, attuata nel campo della sperimentazione sanitaria e nella divulgazione scientifica per favorire le attività commerciali di imprese farmaceutiche nazionali ed estere”. Ancora una volta, dunque, fa discutere il ruolo di certe case farmaceutiche e di alcuni “luminari” i cui interessi sono lontani anni luce dalla salute delle persone.